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Eccellenze Piemontesi: intervista a Teo Musso di Birra Baladin

Eccellenze Piemontesi: intervista a Teo Musso di Birra Baladin

Siamo a Piozzo, nel cuore del cuneese,  insieme a Teo Musso in un viaggio alla scoperta del mondo del Birrificio Baladin, uno dei più famosi birrifici artigianali italiani!

Birra Baladin, un nome che sappiamo ha una storia  curiosa, ce la vuoi raccontare?

Il nome è dedicato al circo, il significato è “cantastorie”. Il nome è stato il punto di partenza del primo locale, nato 32 anni fa nel centro del paese di Piozzo (provincia di Cuneo) e andando avanti nel percorso di ricerca delle birre, che erano la mia passione, un giorno sono “inciampato” in tutta quella che era la parte di produzione.
Nel 1996 ho sviluppato la parte di produzione vera e propria diventando uno dei primi birrifici artigianali italiani, ma a differenza degl’altri  mi ingegnai da subito per portare la mia birra anche al di fuori del mio locale con un approccio particolare che  voleva avvicinare al mondo della birra, gli amanti del vino.

Il Piemonte è sempre stata una terra di grandi vini d’eccellenza ma tu hai scelto la birra, ti possiamo chiedere cosa ti ha spinto a cominciare quest’avventura?

Il tutto è cominciato come una sfida nei confronti di mio padre, convinto viticoltore – ovviamente – essendo a pochi chilometri da Barolo.
La sfida era qualla di riuscire a creare qualcosa che emozionasse come il vino ed è quello che facciamo ancora oggi: noi  continuamo a fare birra non per gli appassionati di birra ma più per gli appassionati di vino ed è questa la nostra particolarità.

Siamo curiosi di sapere la top 3 di Teo Musso: quali sono le tue 3 Birre Baladin preferite e perché?

Partendo dal presupposto che io amo tutte le mie birre e a turno me ne innamoro di ciascuna.
Se però dovessi proprio sceglierne tre allora direi Wayan che poi è anche il nome della mia figlia più grande, ed è una delle birre a cui sono più affezionato.
Poi sicuramente la Super Baladin perchè è la birra che mi ha aperto le porte e mi ha permesso di fare questa rivoluzione culturale in Italia.
Infine la  Xyauyau perchè è stato il lavoro più complesso e articolato (anche se in realtà è una birra/non birra) che ha stupito il mondo intero e che oggi è considerata una delle birre più importanti al mondo nonostante la microproduzione. Rivoluzionaria per il fatto che non deve mai andare in frigorifero, che una volta aperta può rimanere stappata anche un anno intero e che si degusta come un distillato: quindi un modo completamente nuovo di concepire la birra.
Ma soprattutto è un prodotto su cui ho lavorato tanto, circa dieci anni, per fare una birra che finalmente piacesse anche a mio padre… devo dire che mi ha fatto soffrire parecchio perchè prima di dirmi che una birra è buona come un vino ci ha messo 17 anni!